Da Frammenti
Salsedine
Non temo il pianto
in un velo di ruvida salsedine
tra ciglia e cime annodate
d'un marinaio senza stelle.
Nelle vele rigonfie
d’una infruttuosa giornata di pesca
coltivo le parole
degli spasmi e delle spire
d'un polipo sbattuto
fresco di mare e nervatura caparbia
in un morso di vita.
Al calar della sera
Sull’orlo delle ciglia in oblìo
riproducimi il verso delle stelle
quando si vanno a scagliare
tra le ipotesi passate
di un presente privo di memorie.
Raccogli le mie penne
e gettale al fiume
ché non c’è seme di conoscenza
che non germini nel dolore.
Avanza l'autunno nel calpestìo delle foglie sul selciato
ed é un passo appena abbozzato
al calar della sera.
La cicala
S’io fossi una cicala
frinirei le mie note
nel bramir d’ali e foglie.
Scivolando s’una goccia
nello stagno delle vertebre abbandonate
brandirei pagliuzze dorate.
Mozzando capi chini
di vergogne ossequianti,
sederéi mille battaglie
nel sangue dei codardi
e dei potenti
per riconquistarti il mondo
nel silenzio del mio canto.
Blu
Una nenia blu cantava una sera
e un prato di stelle ne ascoltava il pianto:
chi abita il mare riconosce la sua stella
lo ha imparato negli anni
sulle barche senza vento
Da Frammenti: La cuna
Si concilia nelle vene
pioggia e fango
in note d'ombra
Incendia ancora nella brina
l'estate delle fierenei fregi rubati ai virgulti
ma notte e giorno
dondola la cuna:
un bulbillo d’aurora ed indolenza!
Nell’ombra tra le foglie
intarsi di spinenei nodi dei rimpianti
– Saranno le allodole a cantare
ma ti sento lambirmi le sponde –
Incuria
Nessuna carezza
d’umido e d’ossa
nel vento d’autunno spento.
S’io fossi terra fertile
Ne custodirei il bulbo
- tenero germoglio
d’ansiosa primavera -
Ma sono palude di rimpianti
nelle erbe alte dell’incuria
e sarà freddo domattina.
Nelle costole dolenti
d’una notte negligente
il sordo canto
dei giunchi nel vento.
Occhi negli occhi – osservando Munch
Legami ancora il vento tra le dita
ed i capelli alle tue labbra,
parlami piano delle ore senza sole
e del moto del mare quando ha freddo.
Raccontami le storie dei silenzi
e racchiudi il canto nel cerchio dell'acqua:
dalle tue pupille ancòra lascia ch'io beva
e fammi addormentare in una menzogna.
Inchiostro
Intreccia i miei respiri alle parentesi quadre dei tuoi pensieri
smussa le virgole ed accarezzami gli accenti
striscia sul corpo del mio petto
dàgli peso
penetra ogni parola ogni verbo
bagnami la lingua della tua saliva
- nel leggermi piano
senza fretta -
scivola sul ventre di ogni pausa di silenzio
e stropicciami ad ogni lettura
nelle ore di noia
mentre vieni nelle mie caverne
e sui miei capelli
ed alle mie labbra
offri ancòra nuovo inchiostro.
Fumo
In anelli di fumo
intarsi di pensieri
impigliati in autoreggenti
smagliate dal tempo
degli amori.
Tra vento e sale
amaro il sapore
in un respiro di catrame.
E'sempre un piacere leggere la Castaldi :-)))
RispondiEliminaBuongiorno Edio, si apprezzo molto Natalia, e intendo pubblicare altre cose sue...
RispondiEliminabenvenuto sul mio modestissimo blog...
saluti Elisabetta