Artemisia Gentileschi Susanna e i vecchioni, 1610
con una tentazione fui assalita
che ancora in cuore la vergogna dura.
Io così pudica, così compita,
vedevo un uomo a me venire piano
e avvolgermi quasi avido la vita;
un altro ne veniva e con la mano
oh delicatamente lui mi apriva,
e un altro e un altro e un altro ch'era vano
a guerra apparecchiarmi d'armi priva
già incatenata, e senza una catena,
nel tempo che la vita non par viva.
"Non vuoi? piccola piccola sirena..."
Posso io non volere e star da lato?
"Oh lasciatemi!" e respiravo appena,
il cuore dalla sua sede saltato.
Con cento mani vinte le mie braccia
Tutte le ossa mi avevano contato,
ad ogni cavità davan la caccia;
nel denso, nelle viscere spremuta,
in una tomba di carne che schiaccia
e macina e mette al niente... perduta.
Che mai feci, che mai feci mio Dio?
Mercè, pietà, perdono, chi mi aiuta?
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