Sono venuto qua per riposare,
ma ho scordato di lasciarmi a casa.
Ho portato con me la spina essenziale di essere cosciente,
la vaga nausea, il morbo incerto di sentirmi.
Sempre quest'inquietudine masticata a bocconi
come pane rado e scuro che si sbriciola cadendo.
Sempre questo malessere buttato giù in fretta
come un vino d'ubriaco che neppure la nausea ostacola.
Sempre, sempre, sempre
questo difetto di circolazione nell'anima,
questa lipotomia delle sensazioni,
sempre...
ma ho scordato di lasciarmi a casa.
Ho portato con me la spina essenziale di essere cosciente,
la vaga nausea, il morbo incerto di sentirmi.
Sempre quest'inquietudine masticata a bocconi
come pane rado e scuro che si sbriciola cadendo.
Sempre questo malessere buttato giù in fretta
come un vino d'ubriaco che neppure la nausea ostacola.
Sempre, sempre, sempre
questo difetto di circolazione nell'anima,
questa lipotomia delle sensazioni,
sempre...
“sono venuto qua per riposare,
RispondiEliminama ho scordato di lasciarmi a casa”.
non conoscevo questa poesia. ma conosco molto bene quella sensazione del “non lasciarsi mai a casa”, anche se non l’ho mai saputa afferrare completamente. figurati esprimerla.
grazie per averla riportata qui.
-m
Ciao Metiu, io uso abitualmente chi sa parlare ed esprimersi per rivedere e comprendere sensazioni che altrimenti sarebbero solo malessere...grazie a te per esser passato
RispondiEliminabaci Elisabetta