Ognuno di noi attraversa, nella vita, momenti di buio; difficoltà che possono scaturire dalla sfera emotiva o disagi più strettamente legati alla materia, come una malattia o la mancanza di risorse economiche per andare avanti. In questi frangenti possiamo scegliere di "accendere una luce" dentro di noi oppure di lasciarci trascinare in un baratro di disperazione. Considerando che, nel caso cadessimo, nessuno potrebbe salvarci, è bene sforzarsi di pensare positivamente per far si che tutte le difficoltà diventino opportunità di crescita. Mi rendo conto di quanto tutto questo, però, possa risultare difficile per chi non è abituato ad osservare i propri pensieri. Prendiamoci l'abitudine di "distendere" la nostra mente, concedendo ad ogni pensiero di fluire liberamente. Semplicemente stiamo a guardare, evitando di dare delle valutazioni a quello che stiamo pensando. In fondo siamo noi che diamo ad un pensiero il potere di angosciarci o spaventarci. Se non alziamo barriere non dovremo combattere contro i pensieri che ci disturbano e ci accorgeremo che, pian piano, essi scivoleranno fuori dalla nostra testa naturalmente, lasciandoci la mente libera di cercare valide soluzioni ai nostri problemi. Se impareremo ad osservare le nostre inquietudini oggettivamente, vedremo con chiarezza quanti fardelli inutili e negativi ci portiamo dietro da una vita, pensieri che da troppo tempo ci impediscono di vedere con chiarezza dentro di noi. In un'epoca in cui per capire se stessi si ricorre spesso a degli "esperti", teniamo presente psicologi, guru, sensitivi e quant'altro, potranno mostrarci l'immagine che hanno di noi ma non potranno mai valutare fino infondo chi siamo e di cosa abbiamo davvero bisogno come invece possiamo fare per conto nostro. Ogni qual volta leggeremo o ascolteremo qual cosa che ci "risuona"dentro, scopriremo un frammento di verità che era già dentro di noi e non riuscivamo a vedere.
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