mercoledì, febbraio 29

Nicanor Parra.......Riflessioni



Cos’è l’uomo
si domanda Pascal:
una potenza di esponente zero.
Nulla
paragonato al tutto
Tutto
se si paragona al nulla:
nascita più morte:
 rumore moltiplicato per il silenzio:
media aritmetica fra il tutto e il niente.

Nicanor Parra........L'uomo immaginario






L'uomo immaginario
vive in una dimora immaginaria
circondata da alberi immaginari
sulla riva di un fiume immaginario

Dai muri che sono immaginari
pendono antichi quadri immaginari
irreparabili crepe immaginarie
che rappresentano fatti immaginari
avvenuti in mondi immaginari

Tutte le sere immaginarie
sale per le scale immaginarie
e si affaccia al balcone immaginario
a guardare il paesaggio immaginario
che consiste in una valle immaginaria
circondata da colli immaginari

Nicanor Parra.........Lettere ad una sconosciuta




Quando passeranno gli anni,
quando passeranno gli anni e l’aria avrà scavato un fosso
fra la tua anima e la mia; quando passeranno gli anni
e sarò soltanto un uomo che amasti
un essere che restò un istante di fronte alle tue labbra,
un pover’uomo stanco di camminare per i giardini,
dove sarai tu ?
Dove sarai, oh figlia dei miei baci !



JOSÉ LUIS GARCÍA. MARTÍN ............ STRADE



Strade di una città che non conosco
con poca gente e vento e pioggia grigia.
Aspetto chi non verrà mentre lassù
si accendono luci nelle finestre vuote
e una donna cammina in un angolo.
Ci sono occhi che mi guardano un momento
e non sanno leggere le parole che non dico:
“Dammi un altro nome, cambia il mio destino”.


Farfalle






























Guido Gozzano.......Dell'aurora

Anthocaris cardamines

Primavera per me non è la donna
botticelliana dell'Allegoria.
Primavera è per me questa farfalla
fatta di grazia e di fragilità!

Oggi, lungo il sentiero solatio
dove sosta la lepre alle vedette,
un orecchio diritto e l'altro floscio,
tra il grano verdazzurro, lungo il rivo
costellato di primule e d'anemoni,
tra il biancospino, che fiorisce appena,
ho rivisto l'Antòcari volare
e il cuore mi sobbalza nell'attesa
senza nome che tutte in me resuscita
le primavere dell'adolescenza...

Ma primavera non è giunta ancora.
È la quinta stagione. Un chiaro Marzo
canavesano, inverno già non più,
non primavera ancora. È l'anno vecchio
tinto a verde d'Enrico l'amarissimo.
Se cantano le allodole perdute
nella profonda cavità dei cieli,
non s'odono le rondini garrire;
lasciano appena il Delta o la Gran Sirte
o riposano a Cipro ovver vïaggiano
sul cordame d'un legno tunisino...

Ma l'Antòcari vola e il cuore esulta!
È la farfalla della novità,
la messaggiera della Primavera,
la grazia mite, l'anima del Marzo.
Essa avviva la linfa nelle scorze,
il brusio, il ronzio, lo stridio,
risuscita l'incognito indistinto.

Oh! Messaggiera della Primavera!
La Terra attende. Il cielo che riempie
il frastaglio dei rami e delle roccie
sembra intagliato nel cristallo terso;
il profilo dell'Alpi è puro argento;
pallido è il verde primo, il pioppo è brullo,
la quercia ancor non abbandona il fulvo
stridulo manto che sfidò l'inverno;
allieta lo squallore la pannocchia
pendula verdechiara del nocciòlo,
la nubecola timida del mandorlo;
tiepido è il sole, ma la neve intatta
sta nelle forre squallide, a bacìo.

La Primavera non è giunta ancora,
ma l'Antòcari vola e il cuore esulta!
La messaggiera della Primavera
è timida, sfuggevole alle dita,
coscïente di sua fragilità;
quasi non vola, s'abbandona al vento
e visita la primula e l'anemone,
la pervinca, il galanto, il bucaneve;
il vento marzolino fa tremare
petali ed ali dello stesso tremito
e l'occhio mal discerne la farfalla:
l'ali minori, marezzate in verde,
chiudono come un calice l'insetto.
Insetti e fiori; mimi scaltri, come
v'accordaste nei tempi delle origini?
Le pagine di pietra dissepolte
attestano che i fiori precedettero
gl'insetti sulla terra: fu l'anemone
che alla farfalla ragionò così:
«Sorella senza stelo, come sei
fragile d'ali e debole di volo!
Salvati dal ramarro e dalla passera:
rivestiti di me, tingiti in verde
ai lati, in bianco a mezzo, in fulvo a sommo,
e con l'antenne simula i pistilli!».

E il fior primaverile alla farfalla
primaverile diede i suoi colori:
dolce alleato nella vita breve...

E la caduca musa marzolina
sa che deve sparire con l'anemone,
sparire prima della Primavera...

Visita i fiori, intepidisce il regno
per le grandi farfalle che verranno,
poi, giunta al varco della vita breve,
congeda il Marzo, volgesi all'Aprile:

Aprile! Marzo andò: tu puoi venire!...

sabato, febbraio 25

EMILY DICKINSON ............. MOLTA FOLLIA

Luigi Boschi: Follia

Molta follia è saggezza divina
per chi è in grado di capire.
Molta saggezza, pura follia.
Ma è la maggioranza
in questo, in tutto, che prevale.
Conformati: sarai sano di mente
Obietta: sarai pazzo da legare
immediatamente pericoloso e presto incatenato. 




EZRA POUND............ L'ALBERO M'È PENETRATO NELLE MANI



L'albero m'è penetrato nelle mani,
La sua linfa m'è ascesa nelle braccia,
L'albero m'è cresciuto nel seno -
Profondo,
I rami spuntano da me come braccia.
Sei albero,
Sei muschio,
Sei violette trascorse dal vento -
Creatura - alta tanto - tu sei,
E tutto questo è follia al mondo.

STEVE JOBS...............ELOGIO DELLA FOLLIA



Victor Brauner, Le ver luisant, 1933



A tutti i folli.
I solitari.
I ribelli.

Quelli che non si adattano.
Quelli che non ci stanno.
Quelli che sembrano sempre fuori luogo.
Quelli che vedono le cose in modo differente.
Quelli che non si adattano alle regole. E non hanno rispetto per lo status quo.

Potete essere d'accordo con loro o non essere d'accordo.
Li potete glorificare o diffamare.
L'unica cosa che non potete fare è ignorarli.

Perché cambiano le cose.
Spingono la razza umana in avanti.
E mentre qualcuno li considera dei folli, noi li consideriamo dei geni.

Perché le persone che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo sono coloro che lo cambiano davvero.


CHARLES BUKOWSKI .......VECCHIO?



Vincent van Gogh, Vecchio che soffre (1882)

in agosto avrò 73 anni,
quasi ora di fare le valigie
per un salto nel vuoto
ma due cose
mi trattengono:
non ho ancora scritto
abbastanza poesie
e poi il vecchio
che abita nella casa
di fianco alla mia.
vivo e vegeto,
a 96 anni.
picchia sulla finestra
col bastone
e manda baci
a mia moglie.
capisce tutto,
schiena dritta,
passo svelto,
guarda troppa tivù
ma noi
allora?
ogni tanto vado a trovarlo,
ciacola
ma non dice cazzate,
tende a ripetersi
un poco
ma vale quasi la pena
di riascoltarlo.
ero da lui
un giorno e ha detto:
'sai, presto
tirerò le cuoia…'
'mah,'ho detto io, 'non ne sono
così sicuro…'
'io sì,' ha detto,
'perciò, che ne diresti
di fare un cambio con casa mia?'
'certo la tua è carina.'
'ma non so se puoi darmi
quello che voglio in cambio…'
'dipende, mettimi alla prova.'
'bè,' ha detto, 'vorrei un nuovo
paio di testicoli.'
Quando morirà il vicino
sarà difficile riempire
il gran vuoto che lascia.
mi sono
spiegato?

venerdì, febbraio 24

Gustave Caillebotte























Zehor Zerari ( poeta algerino del '900).se tu fossi...



Se tu fossi un edelweiss
scalerei
la montagna azzurra
per coglierti.
Se fossi un fiore acquatico
mi tufferei nelle verdi
profondità sottomarine
per prenderti.
Se fossi un uccello
andrei
nelle immense foreste
per ascoltarti.
Se fossi una stella
veglierei
tutte le mie notti
per vederti, Libertà.

Chagall e John Donne.........Se.....



Se ancor non ho tutto l'amore tuo,cara, giammai tutto l'avrò;

non posso esalare un altro sospiro per intenerirti, né posso implorare un'altra lacrima a che sgorghi;ormai tutto il tesoro che avevo per acquistarti - sospiri, lacrime, e voti e lettere - l'ho consumato.

Eppure non può essermi dovuto più di quanto fu inteso alla stipulazione del contratto;

se allora il tuo dono d'amore fu parziale, si che parte a me toccasse, parte ad altri, cara giammai tutta ti avrò
Ma se allora tu mi cedesti tutto, quel tutto non fu che il tutto di cui allora tu disponevi;

ma se nel cuore tuo, in seguito, sia stato o sarà generato amor nuovo, ad opera di altri, che ancor possiedono intatte le lor sostanze, e possono di lacrime, di sospiri, di voti, di lettere, fare offerte maggiori, codesto amore nuovo può produrre nuove ansie, poiché codesto amore non fu da te impegnato.

Eppur lo fu, dacché la tua donazione fu totale: il terreno, cioè il tuo cuore, è mio; quanto ivi cresca, cara, dovrebbe tutto spettare a me.
Tuttavia ancor non vorrei avere tutto; chi tutto ha non può aver altro, e dacché il mio amore ammette quotidianamente nuovo accrescimento, tu dovresti avere in serbo nuove ricompense;

tu non puoi darmi ogni giorno il tuo cuore: se puoi darlo, vuol dire che non l'hai mai dato.

Il paradosso d'amore consiste nel fatto che, sebbene il tuo cuore si diparta, tuttavia rimane, e tu col perderlo lo conservi.

Ma noi terremo un modo più liberale di quello di scambiar cuori: li uniremo; così saremo un solo essere, e il Tutto l'un dell'altro.


Anonimo Egiziano (XII sec. a.C.)






Guarda ...... fiordalisi !
Il mio cuore appartiene a te
come il fiordaliso al grano.
Ogni cosa che tu vorrai,
tra le tue braccia poserò.
Tu, immagine del mio desiderio,
sei un balsamo per gli occhi.
Vedere te, al mio sguardo dà luce
e ti stringo forte a me
per sentire meglio il tuo amore,
tu, sposa del mio cuore.
Come è bella quest'ora !
Potesse - fra le tue braccia -
perdurare in eterno.
Tu mi facesti rinascere il cuore,
e ora, se gioisce o se piange,
non andare mai via da me, mai !

Nasciamo per morire...






Nasciamo per morire...
... generiamo per il buio della terra
costruiamo per distruggere
e la voce alziamo prima di svanire in silenzio
la vita scorre sbattuta nella più selvaggia solitudine
e noi corriamo... assetati dietro un miraggio
e viviamo per colmare d’acqua
brocche frantumate
Ma la verità stupefacente
è che angeli...
e demoni...
hanno ancora per noi...
mille attenzioni

mercoledì, febbraio 22

Amelia rosselli


Ho venti giorni
per fare una rivoluzione: ho
altri venti giorni dopo la rivoluzione
per conoscermi
mio piccolo diario sentenzioso
Tana per
le fresche menti
le parole,
un pugno chiuso che le garantisce
la mia più imbattibile ragione d’essere.
Il nemico le strappa le vesti
la felicità è un micro-organismo nell’interno
dell’infelicitànel cimitero
non sa smettere di essere felice

Farneticazione



A passo stanco
mi lasciai cadere
in un profumo
intenso ed acre
un senso di pace
nessuna colpa
solo tu e il vento

A passo stanco
persa nel vento.

Carlo Carabba............ Canti dell’abbandono





I
E risa e pianto ed ogni fuoco nasce
da questa casa dove torno e è ancora
la stessa mano sopra lo stesso foglio
la stessa carne un unico dolore.
Non è la vita quella immaginata
sopra nuove finestre e sui balconi dove
batte lo stesso sole
su nuovi affetti e nuovi
pavimenti e piastrelle da lavare.
Non è domani il giorno che mi aspetta
che segue oggi ed è una luce sola
un tempo solamente
un’altra solitudine, più cupa.

II
Le facce del passato sono i corpi
che affiorano sull’acqua le mattine
di bassa marea. Passano tra la folla nei concerti
e nei sogni
portano con sé gli anni
le nostalgie da tradire.
Quando ho riaperto gli occhi erano crepe
sui muri e nuove strade erano
le pagine ingiallite.
Ho lasciato che il dolore mi sperdesse
come il vento la neve sulle ali
di un aereo. Mi attende un altro inverno
di nuove stanze e vecchi corridoi.

III
La giovinezza è ancora
passare sul Gianicolo di notte
sopra i profili incerti
di occhiali rotti e solo un occhio buono.
Ma in cima sono strade
sconosciute
svolte sbagliate curve e giro a vuoto.
Le macchine affiancate
sono cattivi presagi troppa luce.
E la mia mente è liscia come una fontana
sopra la quale passano i ricordi
le sensazioni appena
vissute e già passate -
dove vorrei tempesta è la bonaccia
e uniti, come è giusto,
paura e desiderio.

CELEBRATION....