lunedì, gennaio 30

Tamara de Lempicka






















Anne Sexton ............Al mio amante che torna da sua moglie

Tamara de Lempicka   Il sogno



Lei è tutta là.
Per te con maestria fu fusa e fu colata,
per te forgiata fin dalla tua infanzia,
con le tue cento biglie predilette fu costrutta.

Lei è sempre stata là, mio caro.
Infatti è deliziosa.
Fuochi d’artificio in un febbraio uggioso
e concreta come pentola di ghisa.

Diciamocelo, sono stata di passaggio.
Un lusso. Una scialuppa rosso fuoco nella cala.
Mi svolazzano i capelli dal finestrino.
Son fumo, cozze fuori stagione.

Lei è molto di più. Lei ti è dovuta,
t’incrementa le crescite usuali e tropicali.
Questo non è un esperimento. Lei è tutta armonia.
S’occupa lei dei remi e degli scalmi del canotto,

ha messo fiorellini sul davanzale a colazione,
s’è seduta a tornire stoviglie a mezzogiorno,
ha esposto tre bambini al plenilunio,
tre puttini disegnati da Michelangelo,

l’ha fatto a gambe spalancate
nei mesi faticosi alla cappella.
Se dai un’occhiata, i bambini sono lassù
sospesi alla volta come delicati palloncini.

Lei li ha anche portati a nanna dopo cena,
e loro tutt’e tre a testa bassa,
piccati sulle gambette, lamentosi e riluttanti,
e la sua faccia avvampa neniando il loro
poco sonno.

Ti restituisco il cuore.
Ti do libero accesso:

al fusibile che in lei rabbiosamente pulsa,
alla cagna che in lei tramesta nella sozzura,
e alla sua ferita sepolta
- alla sepoltura viva della sua piccola ferita rossa -

al pallido bagliore tremolante sotto le costole,
al marinaio sbronzo in aspettativa nel polso
sinistro,
alle sue ginocchia materne, alle calze,
alla giarrettiera – per il richiamo -

lo strano richiamo
quando annaspi tra braccia e poppe
e dai uno strattone al suo nastro arancione
rispondendo al richiamo, lo strano richiamo.

Lei è così nuda, è unica.
È la somma di te e dei tuoi sogni.
Montala come un monumento, gradino per gradino.
lei è solida.

Quanto a me, io sono un acquerello.
Mi dissolvo.

GEORGE GROSZ .... In noi vi sono tutte le passioni





In noi vi sono tutte le passioni
E tutti i vizi
E tutti i soli e le stelle,
abissi e alture,
alberi, animali, boschi, fiumi.
Questo siamo.
Le nostre esperienze
Son nelle nostre vene,
nei nostri nervi.
Vacilliamo.
Ardenti
Tra grossi blocchi di case.
Sopra ponti d’acciaio.
Luce da mille tubi
Ci avvolge,
e mille notti violette
incidono rughe profonde
nei nostri volti.

ANNE SEXTON ---------------- GIOVANE


PABLO PICASSO - Giovane che dorme.


Mille porte fa,
quando ero una ragazza sola
in una grande casa con quattro
garage, una notte d’estate
se ricordo bene,
ero stesa sul prato e sotto di me, increspato,
il trifoglio, e sopra, distese, le stelle,
la finestra di mia madre un imbuto
che incanalava luminoso calore,
e la finestra di mio padre semichiusa,
un occhio da cui passa chi dorme,
e le assi della casa
erano bianche e lisce come cera
e milioni di foglie sbattevano,
come vele sui loro strani gambi
e i grilli ticchettavano tutti insieme
e io, nel mio corpo nuovo fiammante,
non ancora di donna,
facevo domande alle stelle
e pensavo che Dio vedesse veramente
calore luce dipinta e gomiti
ginocchia sogni buonanotte.

Blood-Tears











Vincenzo Cardarelli .........Passato



I ricordi, queste ombre troppo lunghe
del nostro breve corpo,
questo strascico di morte
che noi lasciamo vivendo
i lugubri e durevoli ricordi,
eccoli già apparire:
melanconici e muti
fantasmi agitati da un vento funebre.
E tu non sei più che un ricordo.
Sei trapassata nella mia memoria.
Ora sì, posso dire che
che m'appartieni
e qualche cosa fra di noi è accaduto
irrevocabilmente.
Tutto finì, così rapito!
Precipitoso e lieve
il tempo ci raggiunse.
Di fuggevoli istanti ordì una storia
ben chiusa e triste.
Dovevamo saperlo che l'amore
brucia la vita e fa volare il tempo.

VANITAS


Vanitas-........


                                Adriaen van Utrecht- Vanitas - Still Life with Bouquet and Skull


                                                                     Elsie Russell  Skull-and-Bread 

                                                      Elsie Russell    Skull-and-Pomegranates


FernandoVicente-Humo

Vanitas-........



 Vanitas Stilleben III


Simon Renard de Saint-Andre


Edwart Collier


Jusepe De Ribera




ANNAMARIA PETROVA-GHIUSELEV ............... LA LUNA



La Luna ... Oggi!
E piena.

É grande.

E come una madre,
che guarda,
sorveglia!

C’è chiaro di luna...
Si... ci sono io.

Guardami!

Pensami!

Sono io che ti seguo,
ovunque tu vada.

Io, che ti vengo vicino, e poi corro lontano,
ferita, incredula!

Io - catturata, ingenua. Io - unica, tua soltanto,
per sempre.

Io - chiaro di luna!...

ANNAMARIA PETROVA-GHIUSELEV ........ SERA


La sera. Che diavolo!
È sempre la solita! Per me...
È il cerchio chiuso...
Il cerchio aperto la mattina!
La mattina, che amo tanto perchè è speranza.
Il cerchio chiuso la sera!
La sera che odio, sfido, combatto.
La sera che non è dalla mia parte.
Odio ricambiato! Tremante! Ansioso!
Ahimè! Bisogna soffrire! Tutta una vita?
Avrò sbagliato quest' ultima?!

mercoledì, gennaio 25

Mario Benedetti ....Tattica e strategia







La mia tattica è guardarti
imparare come sei
volerti come sei
la mia tattica è parlarti
costruire con parole
un ponte indistruttibile
la mia tattica è rimanere nel tuo ricordo
non so come
né so con quale pretesto
ma rimanere in te
la mia tattica è essere franco
e sapere che tu sei franca
e che non ci vendiamo simulacri
affinché tra i due
non ci sia teloni
né abissi
la mia strategia è
invece
molto più semplice
e più elementare
la mia strategia è
che un giorno qualsiasi
non so con che pretesto
finalmente abbia bisogno di me.






















Henri Cartier-Bresson






«Per me una sola cosa conta: l’istante e l’eternità, l’eternità che, come la linea dell’orizzonte, non smette di arretrare». Parole accostate alle immagini, entrambe di Henri Cartier-Bresson, il maestro dell'«istante decisivo» in mostra a Palazzo Incontro a Roma. Ed è proprio sul connubio immagine-parola che è costruita la nuova esposizione che si può visitare fino al 6 maggio 2012.


Bianco e nero, eleganza e forma estetica: a sei anni dalla scomparsa, l'umanità e la delicatezza delle immagini di Cartier-Bresson offrono una mostra nata dall'idea di festeggiare il compleanno (di qualche anno fa) dell'artista. Un regalo di scrittori, artisti, architetti e autorevoli intellettuali che hanno scelto ognuno un'immagine alla quale hanno dedicato un commento. Quarantaquattro fotografie con i relativi testi raccolte anche nel libro «Cartier-Bresson. Immagini e parole» edito da Contrasto.


Parole affettuose e autorevoli di amici come Pierre Alechinsky, Ernst Gombrich, Leonardo Sciascia, Ferdinando Scianna e molti altri. Un’occasione per comprendere Cartier-Bresson e approfondire i temi legati alla fotografia: il suo potere comunicativo, le sue peculiarità stilistiche, il suo ruolo. La mostra, promossa dalla Provincia di Roma nell’ambito del Progetto ABC Arte Bellezza Cultura, è organizzata da Contrasto, Magnum Photos e Fondation Cartier-Bresson in collaborazione con Civita.

 La personalità di Henri Cartier-Bresson è strettamente legata alla Leica, la macchina fotografica dei più grandi fotografi del '900 e alla fotografia di reportage che fu il primo lavoro che fece nel 1933. Il nome di Cartier-Bresson è anche indissolubilmente legato all'agenzia Magnum, della quale fu uno dei fondatori nel 1947 insieme con Robert Capa, David Seymour, George Rodger e William Vandivert.

 Tra il 1948 e il 1950 Bresson lavorò in India, Pakistan, Cina e Indocina. Nel 1952 pubblicò «Images à la sauvette», raccolta di foto che conteneva il testo «L'instant décisif», nel quale esponeva le sue teorie sull’arte della fotografia. Nel 1955, al Musée des Arts Décoratifs di Parigi venne inaugurata la sua prima grande retrospettiva. Nel 1988 il Centre National de la Photographie di Parigi istituì il «Gran Premio Internazionale di Fotografia» a lui intitolato. Nel 2000, con la moglie Martine Franck, altra celebre fotografa, e la figlia Mélanie creò la «Fondazione Henri Cartier-Bresson». L'artista è morto a Céreste il 3 agosto 2004.

Nel 1935 lavorò negli Stati Uniti con Paul Strand. Rientrato a Parigi collaborò come aiuto regista di Jean Renoir. Imprigionato dai tedeschi nel 1940, riuscì ad evadere e a rientrare a Parigi nel 1943. Alla fine della guerra diresse il film “Le Retour”.

«Henri Cartier-Bresson. Immagini e Parole»
Palazzo Incontro
via dei Prefetti, 22 - Roma
Orario: 10-19. Lunedì chiuso
Fino al 6 maggio 2012






martedì, gennaio 24

Imparare a vivere



Bisogna uccidere fino in fondo la memoria, 
 bisogna che l’anima si pietrifichi,
 bisogna di nuovo imparare a vivere.

CHANTAL MAILLARD ..... SCONGIURO PER CAMMINARE IGNORANDO SE STESSI



Ho sempre creduto di andare avanti
un passo dietro l’altro per poi ricominciare,
ma non so perché, seguendo questo procedimento,
finivo sempre oltre il punto verso cui mi dirigevo.
Andare verso un uomo in linea retta
era il modo più sicuro di perderlo di vista:
correr verso un oggetto delizioso bastava
per aprire un vuoto proporzionale al suo fascino.
Se volevo toccare la neve in montagna,
e iniziavo l’ascesa, con lo sguardo alle cime,
mi ritrovavo a scendere per una valle fertile
con timidi ruscelli di ghiacciai.
E quando mi immergevo, per poi attraversare
a nuoto un qualche fiume, giungevo, inevitabilmente,
nel medesimo luogo da dove ero partita.
Fu doloroso percepire quanto di vero c’era
nelle parole del saggio Zenone;
non erano per me affatto un paradosso
piuttosto un’evidenza che dovevo accettare:
mai sarebbe stata tirata
la freccia che mirava al centro;
io mai sarei riuscita ad arrivare quindi
dove volgevo l’occhio o il desiderio.
Nemmeno ci riuscii seguendo
i consigli di un celebre filosofo portato in matematica:
né descrivendo un’ellittica breve,
né camminando a zig-zag o in circolo
cessavan di fuggire le cose cui anelavo,
vuotarsi tutti i luoghi e tutte le vetrine
oppure cancellarsi dalla mano
i possibili amanti o i destini.
Dovetti disperarmi. Dovetti perder la speranza.
E seppi che era un bene.
Provai a guardar di sbieco le cose e gli esseri che amavo,
entrar nel loro mondo senza nessun proposito.
Mi misi a camminare ignorando me stessa
e all’improvviso il mondo
si soffermò nella mia mano.

Chantal Maillard

Succede con le poesie:
finiscon per condensarsi le forme
 nei nostri occhi come il vapore
 su di un vetro gelato;
 le forme, e le ferite.


L'illusione di Kanizsa

La nostra mente tende a 'completare' le immagini tenendo conto spesso solo dei particolari.
Per questo motivo nelle immagini seguenti vedremo delle figure che effettivamente non esistono.

 Vedete un triangolo?


E qui un cubo?


E tra queste intersezioni vedete dei cerchietti?

E per finire un pot-pourri di triangoli inesistenti...

ANDIAMOCENE IN VIAGGIO - XAVIER VILLAURRUTIA





Andiamocene in viaggio, senza muoverci,
per vedere la sera di sempre
con altro sguardo,
per vedere lo sguardo di sempre
con diversa sera.

Andiamocene in viaggio, senza muoverci.