sabato, luglio 30

Stelvio di Spigno

Ecco due poesie di Stelvio di Spigno, tratte dalla sua opera La nudità


Ho scelto Fiore di notte, come prima, perché presenta uno dei motivi più ricorrenti della poesia italiana, la barca. La barca come metafora della vita, la direzione della nostra esistenza. La percezione che ricavo da questa poesia è l'impossibilità di poter intraprendere il cammino che davvero vogliamo (il sogno che si è spento tra le mani). Così come l'innocenza è vista come una condizione di vita non vissuta completamente (i giovani stanchi e i vecchi imbambolati ).


Anche Limite è una poesia che mi ha colpito, proprio per questi toni cupi che mi sembrano caratteristici della poesia di Di Spigno. La notte, l'oscurità, il volersi eliminare con il buio della notte o il nascondere la propria vita.


Noto un'insistenza sul buio, come se la vita difficilmente potesse essere luce e essere autenticamente vera.

Fiore di notte

Per ascoltare le parole che si dicono nel sonno
dovremo puntare la nostra vecchia barca
dove la casa si fonde con l'Antartico e minaccia
chi non vuole accettare questo freddo,
il puro freddo di restare disumani
dopo che ci si è spento tra le mani
un sogno enorme e vago di noi stessi senza esplodere.

Si riallaccia al saperci sicuri e ancora vivi
una culla sempre piena di Natale e regali,
dove forse stiamo ancora sognando
una barca incastrata nel futuro e nel ghiaccio.

Ma se ci sveglieremo, in un giorno frainteso,
avremo di nuovo i nostri anni,
e come giovani stanchi o vecchi imbambolati
vivremo ancora innocenti.

Limite

Appesa alla mezzanotte nuvolosa
c'è la lampada votiva della luna, che appare e scompare
come un giro di scacchi sulla volta celeste.

Dentro questa luce si fanno presenti
il buio degli oleandri e il momento delle chiavi
di chi rincasa con la fretta di un ritardo a parole.

A stretto giro d'orizzonte si vede a cuore aperto
chi nasconde la sua vita tra le leve del mondo
e chi vorrebbe eliminare sé con gli altri
con l'aiuto della sola oscurità.

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