mercoledì, settembre 7

BARUCH SPINOZA - PENSIERO




La filosofia di Spinoza parte da un presupposto tipicamente cartesiano, facendo dell'ordine geometrico, cioè la forma matematica, lo strumento essenziale per la comprensione della realtà, la quale viene pensata come un qualcosa di prettamente razionale e quindi traducibile in termini matematici. A differenza, però, da Cartesio, il quale aveva distinto due sostanze (una finita ed una infinita), questi afferma l'unità dell'essere, identificando Dio con la natura ed adottando in questo modo una posizione di tipo panteistico.
Principio primo di tutte le cose è la sostanza, intesa come "ciò che è in sé e per sé viene concepito; vale a dire ciò il cui concetto non ha bisogno del concetto di un'altra cosa da cui debba essere formato. "Esiste quindi un'unica sostanza, non limitata da altre, unica e sola realtà, identificata con Dio. "Tutto ciò che è, è in Dio e non può essere né essere concepito senza Dio". Perciò la sostanza è contemporaneamente Dio e natura (Deus sive natura). Tale sostanza è causa sui ed esiste necessariamente, poiché la sua esistenza è implicata dalla sua essenza, ed è infinita, poiché se non fosse così dovrebbe essere limitata da una qualche altra sostanza della sua medesima natura. Dio, in quanto infinito, consta di infiniti attributi, ciascuno dei quali esprime l'essenza infinita ed eterna. Gli attributi sono ciò che l'intelletto percepisce della sostanza come costituente la sua stessa essenza. Ogni attributo è in sé infinito, ma esclude gli altri. Le cose del mondo spirituale e materiale non sono che modi di essere di tali attributi.
Dio è causa efficiente, immanente, di tutta la realtà, la quale non è che un modo di Dio stesso. Dio, come sostanza infinita, è la natura naturante, il mondo è la natura naturata. Dio è libera causalità, in quanto agente per la sola necessità della sua natura, perciò in lui libertà e necessità coincidono. Dio non ha volontà ed intelletto, in quanto non è persona e quindi non possiede tali attributi, almeno non nel senso in cui noi, come esseri umani, siamo soliti considerarli. In natura nulla è contingente, ma ogni cosa è determinata dalla necessità della natura divina. Dato l'ordine necessario del mondo, non ha nessun senso parlare di cause finali.
Degli infiniti attributi della sostanza, solamente due sono percepibili dall'intelletto: il pensiero e l'estensione. Il pensiero è l'attributo divino che comprende, come concetto, tutti i singoli pensieri, i quali sono modi della sostanza divina. L'estensione è l'attributo che comprende i vari corpi estesi, anch'essi modi della sostanza divina. Dio è, infatti, sia la cosa pensante che la cosa estesa. Idee e corpi appartengono a due ordini ben distinti, in quanto sono modi di due attributi distinti. Le due serie sono tra loro parallele, poiché l'ordine e la connessione delle idee corrispondono all'ordine e la connessione dei corpi. Anche l'uomo non è che una modificazione degli attributi divini, vale a dire un modo della sostanza divina: la mente come modo del pensiero, il corpo come modo dell'estensione.

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