lunedì, dicembre 19

Steve McCurry

Nella vita ci sono persone che possiedono il dono di comunicare agli altri con maggior efficacia mediante il linguaggio, l’utilizzo di parole articolate, sagaci, persuasive, convincenti, spontanee; c’è ne sono altre che hanno la capacità di esprimersi magistralmente utilizzando il proprio corpo, la tensione dei muscoli, l’armonia dei movimenti, la mimica del volto, e poi ci sono individui che scelgono come mezzo comunicativo le immagini come Steve McCurry che ha fatto della fotografia, la propria, una forma assoluta di stile espressivo puro, a metà tra la fine tradizione documentarista e la soggettività di un immagine d’autore colma di emozioni personali e allo stesso tempo ataviche primordiali ed universali, bagaglio emotivo dell’umanità intera.



Scrive McCurry : “nelle immagini cerco il momento indifeso, l’anima più genuina che si affaccia, esperienza impressa sul volto di una persona. Cerco di trasmettere ciò che quella persona può essere, una persona colta sopra un paesaggio più ampio, che potremmo chiamare la condizione umana…voglio trasmettere il senso viscerale della bellezza e della meraviglia che ho trovato di fronte a me, durante i miei viaggi, quando la sorpresa dell’essere estraneo si mescola alla gioia della famigliarità”
Steve McCurry nasce nel 1950 a Philadelphia, si laurea in Arte ed Architettura alla Pennsylvania State University. Durante gli anni universitari inizia ad avvicinarsi al mondo della fotografia e a distanza di due anni dalla laurea parte per l’India per lavorare come fotografo freelance. Da questo momento in poi per Steve McCurry ha inizio una carriera ricca di successi, peregrinazioni e scoperte in India, Tibet, Afghanistan, Iraq, Cambogia; per citare solo alcuni dei luoghi che hanno fatto da sfondo o da soggetto alle sue foto. Nel 1986 diventa membro dell’agenzia Magnum, vince innumerevoli premi tra cui l’illustre Robert Capa Golden Medal per il migliore reportage fotografico dall’estero, in questa occasione vestito in abiti tradizionali, attraversò il confine del Pakistan per arrivare nell’Afghanistan controllato dai ribelli appena prima dell’invasione russa. Al ritorno dal suo viaggio i rullini delle pellicole che aveva fatto cucire nei suoi vestiti contenevano le immagini che sarebbero state pubblicate in tutto mondo facendo di lui il primo a mostrare il conflitto. Il suo lavoro viene pubblicato in ogni principale giornale del mondo e frequentemente compare nel National Geographic Magazine ne è un esempio la foto di Sharbat Gula oggi divenuta un’icona del fotografo.

4 commenti:

  1. Eli, passo in fretta a lasciarti i miei AUGURISSIMI per le prossime festività!
    Credo che in quest'ultimi giorni il tempo sarà tiranno con tutti noi.
    T'auguro tutto il bene possibile.
    Con tutto il mio affetto
    Elisena

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  2. Ciao Eli, ricambio qui gli auguri e passerò a rinnovarli sul tuo blog.
    Un caro abbraccio Elisabetta

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  3. che meraviglia le immagini di mc curry. pensa che un amico ha avuto la fortuna di conoscerlo alla presentazione di una sua mostra a milano.
    invidia.
    a presto
    -m

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  4. Capacita' unica di cogliere gli sguardi, che fortuna il tuo amico!
    ciao mcd - mdsl

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