martedì, gennaio 10

EMIL CIORAN, Sommario di decomposizione



L'origine dei nostri atti sta nella propensione inconscia a ritenerci il centro, la ragione e l'esito del tempo. I nostri riflessi e il nostro orgoglio trasformano in pianeta la briciola di carne e di coscienza che noi siamo. Se avessimo il giusto senso della nostra posizione nel mondo, se confrontare fosse inseparabile dal vivere, la rivelazione della nostra infima presenza ci schiaccerebbe. Ma vivere significa ingannarsi sulle proprie dimensioni…  

10 commenti:

  1. a meno che il vuoto che siamo non si riempia di grazia...
    un abbraccio

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  2. Accade raramente, capita spesso ci si imbottisca di saccente prosopopea, tanto da non lasciare spazio alla sana autocritica che farebbe dell'essere l'essere umano...
    buona serata Luigi

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  3. magari le persone imparassero a fare un po' di autocritica: si renderebbero davvero conto dei propri limiti! In compenso qualcuno (pochi in verità) ne fa anche troppa, sminuendosi fino a perdere ogni stima di se stesso. Un po di equilibrio no?

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  4. infatti tutti siamo utili nessuno veramente necessario, così finimo di crederci onnipotenti facendo guai a destra e a manca

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  5. Eh, l'autocritica è una cosa che scarseggia ultimamente su questo pianeta al contrario della critica verso gli altri, quella non manca proprio mai! Buona serata Elisabetta ;)

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  6. La difficoltà è nel distinguere tra l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo...
    Ciao
    Andrea

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  7. Turista ciao,l'equilibrio e' difficile da raggiungere...io ci provo ma in mezzo a tanti Orchi a volte mi sento una nullità.
    Baci Elisabetta

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  8. eh gia, Gio hai perfettamente ragione.
    Un abbraccio Elisabetta

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  9. Beh Melinda, non e' più facile vedere la pagliuzza nell'occhio dell'altro? Almeno ci si distrae dalle proprie pochezze no?
    Ciao Meluzza bella!

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  10. Vero Andrea quando ad essere infitamente grande è la pochezza è difficile far comprendere la differenza...
    °_°

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