mercoledì, gennaio 25

Henri Cartier-Bresson






«Per me una sola cosa conta: l’istante e l’eternità, l’eternità che, come la linea dell’orizzonte, non smette di arretrare». Parole accostate alle immagini, entrambe di Henri Cartier-Bresson, il maestro dell'«istante decisivo» in mostra a Palazzo Incontro a Roma. Ed è proprio sul connubio immagine-parola che è costruita la nuova esposizione che si può visitare fino al 6 maggio 2012.


Bianco e nero, eleganza e forma estetica: a sei anni dalla scomparsa, l'umanità e la delicatezza delle immagini di Cartier-Bresson offrono una mostra nata dall'idea di festeggiare il compleanno (di qualche anno fa) dell'artista. Un regalo di scrittori, artisti, architetti e autorevoli intellettuali che hanno scelto ognuno un'immagine alla quale hanno dedicato un commento. Quarantaquattro fotografie con i relativi testi raccolte anche nel libro «Cartier-Bresson. Immagini e parole» edito da Contrasto.


Parole affettuose e autorevoli di amici come Pierre Alechinsky, Ernst Gombrich, Leonardo Sciascia, Ferdinando Scianna e molti altri. Un’occasione per comprendere Cartier-Bresson e approfondire i temi legati alla fotografia: il suo potere comunicativo, le sue peculiarità stilistiche, il suo ruolo. La mostra, promossa dalla Provincia di Roma nell’ambito del Progetto ABC Arte Bellezza Cultura, è organizzata da Contrasto, Magnum Photos e Fondation Cartier-Bresson in collaborazione con Civita.

 La personalità di Henri Cartier-Bresson è strettamente legata alla Leica, la macchina fotografica dei più grandi fotografi del '900 e alla fotografia di reportage che fu il primo lavoro che fece nel 1933. Il nome di Cartier-Bresson è anche indissolubilmente legato all'agenzia Magnum, della quale fu uno dei fondatori nel 1947 insieme con Robert Capa, David Seymour, George Rodger e William Vandivert.

 Tra il 1948 e il 1950 Bresson lavorò in India, Pakistan, Cina e Indocina. Nel 1952 pubblicò «Images à la sauvette», raccolta di foto che conteneva il testo «L'instant décisif», nel quale esponeva le sue teorie sull’arte della fotografia. Nel 1955, al Musée des Arts Décoratifs di Parigi venne inaugurata la sua prima grande retrospettiva. Nel 1988 il Centre National de la Photographie di Parigi istituì il «Gran Premio Internazionale di Fotografia» a lui intitolato. Nel 2000, con la moglie Martine Franck, altra celebre fotografa, e la figlia Mélanie creò la «Fondazione Henri Cartier-Bresson». L'artista è morto a Céreste il 3 agosto 2004.

Nel 1935 lavorò negli Stati Uniti con Paul Strand. Rientrato a Parigi collaborò come aiuto regista di Jean Renoir. Imprigionato dai tedeschi nel 1940, riuscì ad evadere e a rientrare a Parigi nel 1943. Alla fine della guerra diresse il film “Le Retour”.

«Henri Cartier-Bresson. Immagini e Parole»
Palazzo Incontro
via dei Prefetti, 22 - Roma
Orario: 10-19. Lunedì chiuso
Fino al 6 maggio 2012






3 commenti:

  1. Di Jean Renoir ho visto diversi film, chissà in quale Bresson lavorò come suo aiuto regista.

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    1. Melinda:Cartier-Bresson è stato infatti in ben tre occasioni collaboratore dell'autore de La grande illusione : in La vie est à nous (1936), il film di propaganda commissionato a Renoir dal Partito comunista francese, in Une partie de campagne (1936), mediometraggio tratto da una novella di Maupassant ,
      e in La règle du jeu (1939), uno dei capolavori della cinematografia europea.
      In particolare, nel secondo e nel terzo film Cartier-Bresson sostenne anche due piccolissime parti.
      In Une partie de campagne è possibile vederlo nei panni di un giovane prete che passeggia in campagna, mentre in La règle du jeu , la sua partecipazione è decisamente più significativa. Lo ritroviamo infatti nel ruolo del maggiordomo di uno degli invitati alla battuta di caccia organizzata dal marchese Robert La Chesnaye nella sua proprietà. Renoir regala all'amico-assistente addirittura alcune inquadrature specifiche, tra cui un piano ravvicinato, in cui dice alcune brevi battute.

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  2. Buondì. Grazie delle informazioni. Ho visto tutti e 3 i film, in quanto all'università ho dato un esame su Jean Renoir ed erano inseriti nella filmografia. Sono passati diversi anni e mi piacerebbe tanto rivederli!

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