mercoledì, febbraio 1

DEREK WALCOTT ........... RISSA CON LA CIURMA



C'era un bastardo a bordo, manco m'avesse marchiato -
era il cuoco, un idiota di Saint Vincent
con la pelle rossiccia come una corteccia spelata,
e gli occhi azzurri stinti; non mi mollava un secondo,
tipo che si credeva bianco. Avevo un quaderno,
questo che vedi, in cui scrivevo i miei versi,
bene, un giorno quello me lo strappa di mano
e inizia a lanciarlo a destra e a manca
al resto della ciurma, strillando: «Piglialo»,
e si mette a farmi il verso quasi fossi una dama
per via delle poesie. Certi casi sono da pugni,
altri da scalmiera, altri ancora da lama -
questo era da lama. Be', prima lo prego,
ma quello non smette di leggere: «O figli miei, o moglie mia»,
e fa finta di frignare, per far ridere gli altri:
guizza come un pesce volante, il coltello d'argento
che gli infilza il polpaccio, e lui che va giù lento,
lento, e mi diventa più bianco di quanto
si credeva di essere. Mi sa che certe cose
tra uomini servono. Non è giusto, ma è così.
Non gli ho fatto un gran male, solo un fottio
di sangue e Vincie e io fratelli,
ma nessuno fa più il coglione con la mia poesia.




4 commenti:

  1. Se dona la poesia al mondo senza possederla, saranno in molti a difederla senza spargimenti di sangue.

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  2. Ciao Mark, ti e' mai capitato di sentire la frase:“Ma a che cosa serve la poesia?”
    a volte preconcetto e pregiudizio impediscono il dono.
    benvenuto Elisabetta

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    1. Possiamo lasciare il pregiudizio ai margini, mentre la presuzione del dono la lascio alla mia coscienza. :-)

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    2. :) ...come vedi io non faccio altro che raccogliere i doni che i poeti han fatto all'umanità...

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