lunedì, febbraio 20

DIEGO FREGNAN ......... REQUIEM PER L’UOMO QUALUNQUE






Rimaneva in parte,
ancorato al muro.

Di fronte, lo specchio:
come un vecchio caballero,
senza più cartucce,
guardava il vetro,
un mezzo sorriso
scemo,
consapevole che
i tasti erano rotti,
che il pianista era morto
e che l’orchestra
non suonava più.

Avrebbe voluto essere un eroe:
chiamare indietro i morti,
portarli sopra l’onde
e trarre in salvo i naufraghi;
avrebbe combattuto
contro dieci, cento eserciti,
colpendone i tiranni,
salvando principesse.

Ma i sogni erano morti
e ormai se n’era accorto.
Il pianoforte rotto
non suonava più.
Soltanto, in lontananza,
una funebre marcia,
suonata col fagotto,
comicamente
se ne andava.

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