domenica, agosto 7

Gli odori: fili caldi che raccontano la vita.

Era l’odore dolciastro di mandorle tostate, che mi teneva li in quella casa,più che le parole di Ninni, erano concetti troppo complessi per una tredicenne, eppure lui si ostinava a volermi li mentre ripeteva le sue lezioni di studente di ingegneria..
Oggi tutte le volte che sento l’odore delle mandorle ripenso a quei pomeriggi , le parole che ripeteva Ninni hanno un senso , potrei perfino metterle in fila e costruirci un discorso.
E cosi l’odore della cioccolata calda , mi riporta alle storie di mia nonna, storie bellissime di un’epoca lontana , nonna mi parlava d’amore, della sua idea d’amore , allora la ascoltavo con il profumo della cioccolata nelle narici e non capivo bene cosa dicesse. Adesso se volessi una perla di saggezza antica, basterebbe mettere sù il pentolino e fare una buona cioccolata, l’aroma denso e profumato sciorinerebbe concetti espressi in maniera semplice ma dolcemente complicati.
E dell’odore dello zucchero filato?
Delle caramelle anice e menta?
E quello della sua macchina?
L’odore acre in quell’abitacolo mi metteva a disagio, non riuscivo a capire cosa fosse.
Adesso quell’odore ha senso è l’odore che traccia il confine tra passato e presente, tra essere e avere, è l’odore della terra di nessuno, ove si ha l’illusione di potersi riempire i polmoni d’ossigeno dove il destino dipende da un lancio di dadi che ruzzola su un prato sbocciato in colori di rose e coperto di petali e spine.
E’ l’odore di voglie latenti, che montano lievi e violente, in soffici strati d’osceni e pii desideri mai osati, neppure, pensare; l’odore di giorni che scorrono lenti, nella pigra speranza che arrivi la piena e faccia giustizia togliendo la melma dal fondo del tempo rimasto e trascini i detriti lontano, giù, verso la foce e poi, finalmente, li disperda nel mare
Gli odori: fili caldi che raccontano la vita.

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