martedì, settembre 13

Antologia breve di Natàlia Castaldi




Da Frammenti

Salsedine

Non temo il pianto
in un velo di ruvida salsedine
tra ciglia e cime annodate
d'un marinaio senza stelle.

Nelle vele rigonfie
d’una infruttuosa giornata di pesca
 coltivo le parole
degli spasmi e delle spire
d'un polipo sbattuto
fresco di mare e nervatura caparbia
in un morso di vita.



Al calar della sera

Sull’orlo delle ciglia in oblìo
riproducimi il verso delle stelle
quando si vanno a scagliare
tra le ipotesi passate
di un presente privo di memorie.
Raccogli le mie penne
e gettale al fiume
ché non c’è seme di conoscenza
che non germini nel dolore.

Avanza l'autunno nel calpestìo delle foglie sul selciato
ed é un passo appena abbozzato
al calar della sera.





La cicala

S’io fossi una cicala
frinirei le mie note
nel bramir d’ali e foglie.
Scivolando s’una goccia
nello stagno delle vertebre abbandonate
brandirei pagliuzze dorate.
Mozzando capi chini
di vergogne ossequianti,
sederéi mille battaglie
nel sangue dei codardi
e dei potenti
per riconquistarti il mondo
nel silenzio del mio canto.



Blu

Una nenia blu cantava una sera 
e un prato di stelle ne ascoltava il pianto: 

chi abita il mare riconosce la sua stella 
lo ha imparato negli anni 
sulle barche senza vento





Da Frammenti: La cuna

Si concilia nelle vene
pioggia e fango

in note d'ombra
Incendia ancora nella brina 
l'estate delle fierenei fregi rubati ai virgulti

ma notte e giorno
dondola la cuna:
un bulbillo d’aurora ed indolenza!
Nell’ombra tra le foglie
intarsi di spinenei nodi dei rimpianti
–        Saranno le allodole a cantare
ma ti sento lambirmi le sponde    –




Incuria

Nessuna carezza
  d’umido e d’ossa 
       nel vento d’autunno spento.


S’io fossi terra fertile

Ne custodirei il bulbo                     
- tenero germoglio
d’ansiosa primavera -

Ma sono palude di rimpianti
 nelle erbe alte dell’incuria

 e sarà freddo domattina.

    Nelle costole dolenti

      d’una notte negligente                          
         il sordo canto
     dei giunchi nel vento.




Occhi negli occhi – osservando Munch

Legami ancora il vento tra le dita
ed i capelli alle tue labbra,
parlami piano delle ore senza sole
e del moto del mare quando ha freddo.


Raccontami le storie dei silenzi 
e racchiudi il canto nel cerchio dell'acqua:
dalle tue pupille ancòra lascia ch'io beva
e fammi addormentare in una menzogna.





Inchiostro

Intreccia i miei respiri alle parentesi quadre dei tuoi pensieri
smussa le virgole ed accarezzami gli accenti
striscia sul corpo del mio petto 
dàgli peso
penetra ogni parola ogni verbo
bagnami la lingua della tua saliva
             - nel leggermi piano
                  senza fretta -
scivola sul ventre di ogni pausa di silenzio
e stropicciami ad ogni lettura
   nelle ore di noia
mentre vieni nelle mie caverne
e sui miei capelli
    ed alle mie labbra
           offri ancòra nuovo inchiostro.



Fumo

In anelli di fumo
intarsi di pensieri
impigliati in autoreggenti
smagliate dal tempo
degli amori.

Tra vento e sale
amaro il sapore
in un respiro di catrame.

2 commenti:

  1. E'sempre un piacere leggere la Castaldi :-)))

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  2. Buongiorno Edio, si apprezzo molto Natalia, e intendo pubblicare altre cose sue...
    benvenuto sul mio modestissimo blog...
    saluti Elisabetta

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